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Labirinto della Masone

Prende il nome dalla Magione templare che ivi era ospitata. Dal principio, nomen omen, veniamo indirizzati alla lettura esoterica e iniziatica dell’opera di architettura del paesaggio, costituita da un edificio/tempio iniziatico circondato da un labirinto intessuto nelle piante di bambù in una pianta quadrata iscritta in una forma stellata:

 il nunc stans, la spazialità terrena sia sempre inquadrata nella contemplazione delle stelle (nunc fluens, volta celeste, cerchio). 

Il percorso è agevole e paragonabile ad una passeggiata nella natura, immerso nelle alte piante misura 8000Å sulla scala di Bovis. Non è chiaro se sia dovuto agli effetti delle piante o alla presenza di una rete capillare del sistema di irrigazione interrato. Il cammino è scandito da 12 stazioni alchemiche di cui tratteremo nel dettaglio in un prossimo articolo.

Nosce te ipsum, conosci te stesso, questo è il senso del percorso labirintico, intraprendere un viaggio centripeto dentro se stessi, avviluppandosi nei meandri spirali-formi fino a giungere all’apoteosi incontrando, al centro, il nostro vero Sè.

La soluzione del labirinto conduce ad un sacello iniziatico piramidale: una piccola cattedrale dello spirito nel deserto, dove è riprodotto, sul pavimento marmoreo, un eidotipo del percorso del labirinto. Questo è all’apparenza simile a quello reale, eppure profondamente dissimile. Nella versione lastricata il percorso è unico, non ci sono vicoli ciechi e ci ricorda quello che spesso si incontra nelle chiese e che i fedeli, non potendo intraprendere il cammino in Terra Santa, solevano percorrere in ginocchio, pregando. L’impianto è il medesimo: uno spazio quadri-lobato. 

Ponendo i propri piedi all’imbocco del labirinto sul pavimento si percepisce un affievolirsi della propria disposizione fisica e mentale: le prove sono iniziate. Al primo passo compiuto per entrare nel primo segmento del percorso il biometro segnala l’immediato valore di 3000 Angstrom. 

Schema del labirinto lapideo.

Questo numero si innalzerà progressivamente e regolarmente aggiungendo 3000A ad ogni ingresso in un nuovo quadrante, procedendo in senso antiorario. 6000Å per il secondo, 9000Å per il terzo e 12000Å per l’ultimo quadrante fino ad imboccare il dromos conclusivo e qui la lettura precipita in una ultima prova per la nostra risolutezza tornando a 3000Å per poi ristabilirsi oltre i 12000Å accedendo al centro e raggiungendo l’acme.

Ci proponiamo, in una successiva visita, una ricerca sulle misure precise di questo manufatto, ricercando nuovi spunti in questa architettura misteriosa.

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